Il valore dell’opera è dato, oltre che dalla cupa bellezza del dipinto, dalla rarità del soggetto per l’epoca: la straziante agonia di Ugolino della Gherardesca e dei suoi figli, in procinto di morire di fame. Fin dal Medioevo infatti si conosce un numero cospicuo di illustrazioni della Divina Commedia in codici miniati o su carta (gli Uffizi possiedono la splendida serie ad essa dedicata con 88 fogli disegnati da Federico Zuccari negli anni Ottanta del Cinquecento), mentre fino all’Ottocento le rappresentazioni in pittura o scultura di episodi danteschi costituiscono una vera e propria rarità.