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I mai visti XI - Volti Svelati. Antico e passione per l’antico

L'undicesimo appuntamento dell'ormai collaudata serie dei 'Mai Visti', consacrato alla riscoperta degli antichi marmi oggi conservati nei Depositi o in ambienti non visitabili del museo, segnerà un ritorno alle origini della secolare storia museale degli Uffizi. infatti, le prime opere d'arte a popolare, sin dalla fine del XVi secolo, i luminosi corridoi del secondo piano del complesso vasariano furono proprio le decine di statue, ritratti e rilievi classici della collezione medicea, una raccolta unica per numero e qualità delle opere possedute in europa e che fece meritare agli Uffizi la qualifica di 'galleria delle statue' per eccellenza. 'Volti svelati', questo il titolo della mostra del 2011 curata da Valentina Conticelli e Fabrizio paolucci e visitabile alle reali poste dalla metà di dicembre al 29 gennaio 2012, metterà a fuoco un particolare segmento della raccolta delle sculture classiche appartenute al collezionismo granducale, quello dei ritratti di imperatori e di privati, che, sin dall'origine, furono destinati a ritmare il percorso espositivo delle statue a figura intera sistemate nei tre corridoi del complesso vasariano. sin dalla fine del XV secolo, il desiderio di possedere le effigi dei più celebri uomini della storia di roma aveva contagiato i Medici. l'orgoglio del collezionista traspare evidente nelle parole di lorenzo de' Medici che, di ritorno da roma nel 1471, ricordava trionfante l'acquisto di 'due teste in marmo antiche delle immagini di augusto e agrippa', le prime opere di un nucleo collezionistico destinato ad accrescersi esponenzialmente nel corso dei secoli successivi. Cosimo i, in particolare, non badò a spese nell'acquisto, sul mercato romano, di decine di busti antichi destinati a confluire in quella raccolta di 'antiquità' dalla quale, nel giudizio dell'ambasciatore veneziano Vincenzo Fedeli a Firenze fra il 1560 e il 1561, Cosimo avrebbe tratto 'memoria eterna'. nel 1780, l'antiquario di galleria luigi lanzi, incaricato di redigere un progetto di massima del nuovo allestimento degli Uffizi fortemente voluto dal granduca pietro leopoldo, non ebbe esitazioni a definire la collezione dei ritratti come 'uno degli ornamenti più magnifici del Museo' e seconda, nel suo genere, unicamente alla raccolta capitolina. sarà proprio lanzi, uno dei protagonisti della neonata scienza archeologica del tardo XViii secolo, ad accrescere in modo decisivo la raccolta scegliendo le più belle opere fra quelle presenti nelle collezioni nobiliari fiorentine, fra i marmi delle ville granducali e di Villa Medici, la residenza dinastica a roma. Dopo un estenuante lavoro di due anni, la serie dei ritratti di galleria, portata a oltre 110 pezzi dai settanta originari, poteva ben rivaleggiare con i Capitolini e lanzi, nella sua opera 'la real galleria' del 1782 non nascose la propria soddisfazione nell'aver dato vita a un museo di ritrattistica romana con ben pochi rivali in europa. i decenni successivi videro un progressivo alterarsi del 'museo' lanziano, inquinato dall'aggiunta di sarcofagi e cippi, finchè, negli anni novanta del secolo scorso, si decise di restituire ai corridoi l'aspetto e la sistemazione attestata dai disegni del De greyss, realizzati alla metà del XViii secolo. Fu così che la galleria riacquistò l'ordine espositivo degli anni d'oro del grand tour, comportando, in questo modo, la cancellazione dei progetti espositivi successivi al 1750, fra cui, appunto, la 'serie dei Cesari' tanto faticosamente creata dal lanzi. Questi splendidi ritratti furono, dunque, destinati ai depositi, dove andarono a raggiungere decine di altri busti provenienti dagli arredi delle ville granducali, caduti nell'oblio in seguito alla risistemazione del sistema museale fiorentino sul finire del XiX secolo. la lunga premessa collezionistica è necessaria per spiegare l'incredibile paradosso degli Uffizi, per cui i ritratti romani più belli e significativi sono quelli dei depositi e non quelli abitualmente visibili. Veri e propri capolavori citati in ogni manuale di arte romana, come la testa di Massenzio, la statua di fanciullo traianeo in marmo nero o busto del cosidetto pompeo, fra i più significativi esempi della corrente ellenistica del ritratto repubblicano, scandiranno un percorso nel quale non mancheranno autentiche scoperte, fra le quali ben sette marmi di fatto inediti. Una selezione di quarantacinque busti, tutti di eccezionale qualità e raffiguranti imperatori, imperatrici e semplici privati, accompagneranno così il visitatore in un viaggio attraverso le diverse stagioni del ritratto romano, dal realismo esasperato della tarda repubblica, all'esangue classicismo di matrice augustea per giungere al patetismo dell'età antonina e all'essenziale vigore dell'epoca tetrarchica. i marmi saranno inoltre affiancati da una selezione di disegni, incisioni e tele che raccontano del culto del mondo classico nella cultura europea dal XVi al XiX secolo: i dipinti scelti daranno evidenza al tema dell'antico come attributo del ritratto d'artista e tra di essi avrà ampio risalto un nuovo ritratto di scultore del XViii secolo acquisito solo recentemente dalla galleria.

 

Fabrizio Paolucci e Valentina Conticelli