SANTI POETI NAVIGATORI Alle reali poste in mostra i ritratti di uomini illustri della 'serie gioviana', che cosimo i intraprese ispirandosi al musaeum di paolo giovio. le opere furono commissionate per completare il vasto programma decorativo della sala del mappamondo in Palazzo Vecchio Nell'edizione 2009 dell'esposizione dei 'mai visti' il fulcro della mostra, curata da chi scrive e realizzata grazie all'organizzazione degli Amici degli Uffizi e al contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è il ritratto del medico e filosofo bolognese Alessandro Achillini di Amico Aspertini, sconosciuto alla critica fino al 2008, donato alla Galleria dalla stessa Associazione. La particolarità del ritratto, presentato in catalogo da Elisabetta Fadda, si manifesta su tre fronti: quelli della grande qualità pittorica e dei rapporti che legavano Aspertini con Achillini, illustrati in catalogo da Marzia Faietti, e quello dell'eccezionalità della sua storia collezionistica. Infatti, la tela appartenne alla raccolta di ritratti di uomini illustri dello storico Paolo Giovio, a Como. Questo tema iconografico, tipicamente umanistico, si impose a Firenze intorno al 1380 grazie agli interessi culturali del Cancelliere della Repubblica Coluccio Salutati, estensore del programma di un ciclo affrescato nella perduta Aula minor in Palazzo Vecchio, poi ripreso cent'anni dopo dal Ghirlandaio presso la stessa sede, nella Sala dei Gigli. La serie di uomini e donne illustri più nota proviene tuttavia dall'abitazione del gonfaloniere Filippo Carducci a Legnaia, di Andrea del Castagno (1448-1551). Oggi staccati, gli affreschi si trovano agli Uffizi, nella sala dell'ex chiesa di San Pier Scheraggio. Il significato della collezione comasca, intimamente connessa all'attività letteraria di Giovio e in particolare agli elogi degli uomini illustri, è riassunta in mostra da alcuni dipinti del Museo Civico di Como e da alcune delle sue pubblicazioni a stampa più note; si prospetta poi la ricaduta del suo progetto non solo sul mecenatismo mediceo, per via dei suoi rapporti con vari esponenti della famiglia, ma anche sulla storiografia artistica, grazie al suo legame con Giorgio Vasari. Su sollecitazione di Giovio, Cosimo I inviò a Como il ritrattista Cristofano dell'Altissimo per copiare i dipinti più belli del suo 'Musaeum' da inserire nel complesso programma decorativo della Sala del Mappamondo in Palazzo Vecchio: una spettacolare ricostruzione, che non fu integralmente attuata. Sugli sportelli degli armadi della sala erano previste cinquantasette cartografie tolemaiche del mondo conosciuto; sopra, i busti marmorei di Imperatori e dei regnanti delle terre rappresentate nelle carte; sotto, un fregio con la flora e fauna di questi paesi; nel soffitto le quarantotto costellazioni suddivise in dodici spartimenti; sull'orologio di Lorenzo della Volpaia erano illustrati i pianeti, dal centro del soffitto calavano i globi mobili terrestre e celeste, e, sulle pareti, erano collocati quasi trecento ritratti di uomini illustri (desunti appunto dalla collezione gioviana). In questo contesto, i dipinti avrebbero documentato le eccellenze e le inclinazioni del genere umano nell'ambito delle corrispondenze fra le varie parti del creato. Inedite note di natura astrologica appuntate sul verso di buona parte delle opere sono esaminate nel catalogo della mostra, in un approfondimento specifico di Valentina Conticelli sul tema dell'astrologia. Nell'esposizione è visibile la ricostruzione virtuale della sala secondo il primitivo e ambizioso programma, scientifico, letterario ed artistico insieme, realizzata dal laboratorio multimediale dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze (a dimostrazione del carattere universale degli interessi culturali di Cosimo); e, a titolo esemplificativo, è stata raccolta una scelta dei ritratti restaurati descritti da Giorgio Vasari sulla parete Sud della sala nel 1568. Infine, un'ulteriore sezione della mostra introduce al trasferimento della serie, ulteriormente accresciuta e scandita in categorie, nel primo Corridoio della Galleria degli Uffizi, secondo le indicazioni di Filippo Pigafetta nel 1597. Francesca de Luca