La provenienza di questo capolavoro affascinante della pittura italiana delle origini è ignota. L’opera è indicata per la prima volta nell’inventario del 1881. La croce fu esposta alla Galleria dell’Accademia dal 1919 al 1948, quando rientrò agli Uffizi. Gli studiosi hanno sottolineato in maniera pressoché unanime la rilevanza assoluta del dipinto nel panorama della pittura italiana dell’epoca, ricco di rimandi alle situazioni più stimolanti e progressive riscontrabili nell’ambito del bacino mediterraneo. Tuttavia, i confronti stilistici più stringenti si possono reperire nell’ambito della cultura pisana del XII secolo e, in particolare, con le croci dipinte della chiesa di San Paolo all’Orto (oggi al Museo Nazionale di San Matteo a Pisa) e soprattutto nella bella croce della chiesa di San Frediano, la cui redazione originale è probabilmente coeva al dipinto degli Uffizi. La qualità dell’esecuzione è altissima in ogni parte dell’opera, specialmente per quanto riguarda la raffinatissima stesura pittorica, nonché per la forte carica espressiva che il maestro riesce a conferire ai personaggi che animano le scene del tabellone. Quest’ultimo aspetto in particolare sollecita un confronto di grande interesse con i personaggi dipinti da una folta schiera di pittori musulmani verso la metà del secolo XII sul soffitto ligneo della Cappella Palatina di Palermo su commissione del re Ruggero II.