L’opera è giunta fino a noi priva dei terminali e della cimasa. Il dipinto è ricordato per la prima volta agli Uffizi nel 1888, come di Scuola italiana del secolo XIII. La provenienza originale dell’opera è sconosciuta. Al pari della Croce dipinta n. 432 fu esposta alla Galleria dell’Accademia dal 1919 al 1948. L’ignoto artista che deriva la sua denominazione convenzionale proprio da quest’opera è una delle personalità più interessanti della pittura toscana della prima metà del Duecento. Si tratta di un artista di inequivocabile formazione lucchese, che tuttavia dovette essere attivo a lungo anche nel capoluogo toscano. La maggior parte degli studiosi ritengono che egli sia stato il pittore maggiormente influente per la formazione di Coppo di Marcovaldo, l’artista fiorentino più celebre prima dell’avvento di Cimabue. Non manca tuttavia l’ ipotesi alternativa che egli sia da identificare con lo stesso Coppo. L’artista si segnala soprattutto per il forte sentimento plastico-luministico che riesce a trasmettere alle sue raffigurazioni.