Documentata nella Galleria degli Uffizi dal 1565, la scultura è attualmente esposta nel II Corridoio, dopo essere transitata nel corso dei secoli nel I Corridoio, nel Vestibolo e quindi nel III Corridoio.
La statua, eseguita da una bottega romana nel II secolo d.C., rappresenta una copia dall’originale bronzeo del celebre artista greco Prassitele risalente agli anni 365-350 a.C. e raffigurante Apollo Sauroktonos (uccisore della lucertola). Nel XVI secolo l’opera si presentava estremamente frammentaria, e si rese così necessaria un’estesa opera di integrazione. Gli eruditi attivi presso la corte medicea di Cosimo I interpretarono quindi il dio come Apollo Liricine, ossia suonatore di lira.
L’unico elemento antico della scultura è costituito dal tronco con le cosce, mentre la testa, le gambe e le braccia sono frutto del restauro cinquecentesco, così come la cetra su cui poggia un morbido ed elegante panneggio ed il raffinato tripode policromo con raffigurazione in rilievo del grifone. Un documento coevo attesta che i marmi colorati acquistati per la realizzazione del sostegno furono affidati allo scultore e restauratore fiorentino Giovan Battista Caccini, che eseguì anche le altre parti mancanti della figura.
L’opera si presentava in cattivo stato di conservazione, dovuto a un diffuso deposito di polveri e alla rottura delle antiche stuccature. L’intervento di restauro, effettuato con perizia da Maura Masini, ha previsto inizialmente la pulitura dei depositi di polvere mediante l’utilizzo di strumenti meccanici e chimici. Di seguito si è provveduto a consolidare e risanare le precedenti stuccature decoese, particolarmente evidenti sulle dita della mano destra, sul torso e sui glutei. Inoltre, al fine di migliorare la corretta lettura della statua, si è resa necessaria l’integrazione ex novo dell’indice della mano destra, basata su antiche riproduzioni fotografiche, oltre che di un tassello mancante della lira. Nell’occasione sono state realizzate anche un’esaustiva campagna fotografica ed una mappatura delle parti antiche e moderne dell’opera, strumento indispensabile per futuri approfondimenti e ricerche.
Fabrizio Paolucci