italiano    |    english
torna indietro
2015 – Atena tipo Rospigliosi
La statua è annoverata fra le repliche migliori del tipo detto Rospigliosi, modello scultoreo nel quale oggi si riconosce l’opera dello scultore Timoteo, uno degli esponenti più rappresentativi dell’arte greca della fine del IV secolo a.C.
Il marmo fiorentino, databile al I secolo d.C., vanta un eccezionale stato di conservazione che, sin dal suo arrivo in Galleria nei primi decenni del XVIII secolo, gli fece meritare un posto di eccezione nel terzo corridoio del complesso vasariano. L’opera, oggetto di una sommaria pulitura circa dieci anni fa, mostrava evidenti tracce di degrado delle stuccature, che avevano ormai virato di colore compromettendo la leggibilità del modellato, ed era velata da pesanti depositi di materiali incoerenti che ne limitavano fortemente la godibilità. 
Il restauro non solo ha riportato al suo splendore originario questa ottima replica di età romana, ma ha offerto anche l’occasione per verificare l’effettiva pertinenza alla scultura antica della porzione inferiore del marmo (base insieme ai piedi, a parte della tunica e alla civetta). La rimozione delle stuccature ha consentito, infatti, di verificare la puntuale rispondenza delle linee di frattura confermando l’antichità della parte basale della figura, talora messa in dubbio nella letteratura specialistica. Analogamente, la sostituzione della stuccatura alla base del collo, ha permesso di constatare che anche la testa era originariamente appartenente a questa scultura, un dato questo che rafforza notevolmente l’importanza della replica fiorentina nell’ambito delle copie di questo modello tardo classico. L’intervento è stato importante anche per fissare e stabilizzare il processo di 
degrado dell’asta lignea che la dea stringe nella sinistra. Questo attributo, inserito nel restauro settecentesco, mostrava evidenti segni di indebolimento e di deterioramento a causa della presenza di tarli e dell’esposizione all’umidità che rendevano particolarmente urgente l’operazione di recupero che è stata messa in atto e che sarà in grado di prevenire futuri danni all’asta.
La statua, infine, è stata oggetto di un’accurata mappatura, che ha messo in evidenza gli elementi di integrazione moderna e le parti antiche, e di una sistematica campagna fotografica, che costituirà lo strumento irrinunciabile per qualsiasi futuro studio dedicato a questo importante marmo di Galleria.
 
Fabrizio Paolucci