L’arazzo, attribuito alla Manifattura di Bruxelles su cartone di Lucas de Heere tratto da un disegno di Antoine Caron, è stato realizzato tra gli anni 1575-1581 su orditi in lana con trame in lana, seta e filato metallico d’argento e argento dorato, e illustra la corte che assiste ad una caccia alla balena: al centro della scena si nota Caterina nella sua veste vedovile, seduta di spalle a bordo di un battello; in primo piano a sinistra, a grandezza quasi naturale, sono raffigurati Margherita di Valois con il consorte Enrico di Navarra (di spalle), e il cognato, Carlo III Lorena.
L’arazzo ha mantenuto una straordinaria omogeneità ed una folgorante bellezza dovuta sia all’altissima qualità delle materie prime impiegate, alla grande abilità dei tessitori - ad esempio nell’uso dei filati metallici per sottolineare i motivi decorativi dei personaggi in primo piano con la tecnica del crapautage - che alla composizione del cartonista.
L’arazzo presenta ancora le cimose originali ove si osservano sia il marchio del tessitore che una delle due B identificative per Bruxelles.
Sul rovescio sono ancora presenti le originali fasce d’armatura che mostrano la numerazione della Guardaroba Medicea, straordinaria e rara presenza.
L’arazzo, in uno stato di conservazione discreto, presentava un’ossidazione diffusa dei filati metallici e un denso deposito di particellato.
Gli orditi originali della scena interna erano tutti integri, fatta eccezione per alcune piccole lacune, forse dovute ad un attacco biologico. Risultava invece molto degradato tutto il margine lungo lo stacco tra cimosa e bordura in alto e in basso e lungo tutto il perimetro esterno delle cimose.
I degradi delle trame originali riguardavano il deperimento della lana e della seta, dovuto al procedimento originale di tintura con mordenti ferrosi che progressivamente accelerano l’ossidazione della fibra fino alla sua polverizzazione.
L’intervento di restauro, eseguito dalla ditta Restauro Tessile di Claudia Beyer e Costanza Perrone Da Zara, ha comportato una prima fase di pulitura per liberare le fibre dal particellato della polvere e per rimuovere l’ossidazione del filato metallico, la successiva integrazione delle trame mancanti, la cucitura degli stacchi, l’applicazione di una speciale fodera di supporto sul rovescio dell’arazzo, permettendo il completo recupero dell’arazzo in previsione di poter ancora esporre l’intera serie e rendere nuovamente fruibile la celebre e preziosa collezione, non più visibile da un ventennio.