La Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Girolamo di Lorenzo Lotto, appartenuta nel XVII secolo dal Gran Principe Ferdinando, fu prescelta da Tommaso Puccini nel 1798 per completare la disposizione delle sale allestite nella Real Galleria degli Uffizi. Fu qui che all’incirca un secolo dopo la vide Bernard Berenson. Con la sua firma e la data del 1534 l’opera ben si prestò fin dalla prima edizione della sua monografia a costituire una pietra di paragone imprescindibile per la ricostruzione dell’attività dell’artista nel terzo soggiorno marchigiano. Il dipinto - di cui lo studioso poneva in risalto la rappresentazione dei volti “di esagerata espressività” e la “grande nervosità di movimento” - rappresentò, inoltre, per Berenson un eccellente esempio di quella attitudine nuova a raffigurare la complessità emotiva dei personaggi da parte di Lotto, artista di moderna sensibilità. È nella terza edizione, infine, che appare l’importante segnalazione dell’esistenza di una tela di soggetto simile nella collezione Seilern a Londra, stimata come “una versione autografa” del dipinto degli Uffizi.
L’opera oggi conservata nella Courtauld Gallery di Londra mostra una notevole variante nella composizione: la figura del San Girolamo è sostituita da una finestra aperta su un ampio paesaggio collinare. A causa di danni sofferti nel passato la tela presenta una superficie pittorica notevolmente impoverita e lacunosa; in particolare la data iscritta sul guanciale bianco ha perso l’ultimo numero (153...). Già considerata come il prototipo nei confronti del dipinto fiorentino, la Sacra Famiglia di Londra è stata in seguito ritenuta di alcuni anni posteriore, sia per la qualità meno alta che per caratteri di stile. Tale corretta sequenza cronologica è ora confermata dalle indagini conoscitive eseguite sul dipinto fiorentino in occasione del restauro, realizzato grazie al contributo dei Friends of the Uffizi Gallery (donatrice Trish Savides). La riflettografia infrarossa ha messo in luce la presenza della finestra con un paesaggio in lontananza - simile a quello della replica londinese - dipinto in precedenza sotto la figura di San Girolamo e lo stato di notevole avanzamento di tale pittura; è ben visibile infatti il fogliame degli alberi e le nuvole bianche dipinte nel cielo e la sottile distinzione dei grigi nella realizzazione della modanatura.
Il restauro condotto da Elisa Todisco permette oggi di apprezzare la meravigliosa gamma di colori freddi, smaltati, “di una purezza eccezionale”, la trama dei passaggi luminosi già offuscate dalle vernici ingiallite e dai ritocchi alterati. La pellicola pittorica appare consunta nel rosso della lacca del manto di Sant’Anna e nell’azzurro della veste della Vergine, ma nell’insieme appare abbastanza ben conservata. Straordinari brani di pittura appaiono i volti intensamente animati di Sant’Anna e di San Giuseppe. Sposo della Vergine, “nutritor Domini” (la borraccia raffigurata al fianco allude inequivocabilmente a questo titolo), primo testimone dell’incarnazione di Cristo, Giuseppe incrocia lo sguardo d’intensa adorazione con quello del Bambino.
Fausta Navarro