italiano    |    english
torna indietro
2009 - Statua di Apollo

Fra le opere riconducibili al nucleo fondante delle collezioni medicee, spicca l'Apollo in questione, rinvenuto a Roma già alla metà del XVI secolo e precocemente entrato nelle raccolte del cardinale Ferdinando dei Medici. La lettura della scultura, splendido esempio di copistica romana da un archetipo di gusto prassitelico raffigurante il dio Apollo in riposo appoggiato a un tronco intorno al quale si avvolge il serpente Pitone, risultava fortemente compromessa dagli strati di polvere sedimentatisi nel tempo che si erano aggiunti alle antiche patine di cera. In un primo momento, Maura Masini ha proceduto ha un sistematico intervento di spolveratura e tamponatura mediante l'uso di essenze di petrolio, al fine di allentare la tensione delle cere presenti sulle superfici. Si è, quindi, proceduto alla pulitura delle stuccature delle integrazioni, realizzando, in molti casi, nuove integrazioni costituite da polvere di marmo, resine acriliche e calce naturale. Successivi ritocchi a pennello si sono, infine, resi necessari per armonizzare le differenze cromatiche dei vari tasselli. L'opera di pulitura e consolidamento, condotta con esperienza e grande sensibilità, ha consentito la redazione un'accurata restituzione grafica delle integrazioni e delle ricomposizioni sia della fronte che del tergo. L'intervento si è concluso con una sistematica campagna fotografica, condotta da Maria Brunori, che ha significativamente aggiornato i dati relativi a questa statua in possesso dell'archivio fotografico. In conclusione, si può affermare che il restauro, giunto dopo decenni di incuria, ha avuto il grande merito di restituire alla sua primitiva bellezza una scultura importante non solo per ciò che di antico è giunto sino a noi (corpo, parte delle braccia e delle gambe), ma anche per le integrazioni moderne, opera di Flaminio Vacca, uno dei più rappresentativi esponenti della scultura fiorentina del XVI secolo.

 

Firenze luglio 2009

Fabrizio Paolucci